DICHIARAZIONI SULL'APPROPRIAZIONE
Michalis Pichler, transl. Mariella Guzzoni
Dicembre 2016
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Se un libro parafrasa un predecessore storico o contemporaneo specifico nel titolo, nello stile e/o contenuto, questa tecnica è ciò che chiamerei un “greatest hit”.
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Forse credere che un’appropriazione sia sempre una decisione strategica consapevole presa da un autore è ingenuo quanto credere in un autore “originale” in primo luogo.
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A me sembra che la firma di un autore, sia esso artista, cineasta o poeta, sia l’inizio di un sistema di bugie che tutti i poeti, tutti gli artisti tentano di instaurare per difendere se stessi, non so esattamente contro che cosa.
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Poiché la tradizione ha dato il nome di «antichi» ai nostri antenati precristiani, noi non vogliamo obiettar loro che essi di fronte a noi, gente esperta, dovrebbero chiamarsi più propriamente «bambini», ma continueremo come prima a onorare i nostri cari vecchi.
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Altro non è che letteratura!
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Nel citare, imitare, trasporre, riecheggiare c’è altrettanta imprevedibile originalità che nell’inventare.
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Per i signori critici dell’arte, aggiungerò che ci vuole un’abilità ben maggiore nel ritagliare un’opera d’arte dalla natura artisticamente senza forma, che nel costruirne una da materiale arbitrario seguendo la propria legge artistica.
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L’autenticità di una cosa è la quintessenza di tutto ciò che, fin dall’origine di essa, può venir tramandato, dalla sua durata materiale alla sua virtù di testimonianza storica.
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La proprietà intellettuale è il petrolio del ventunesimo secolo.
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Alcune immagini, alcuni oggetti, suoni, testi o pensieri potrebbero rientrare nell’ambito di ciò che è appropriazione, se fossero un po’ più espliciti, a volte strategici, addentrandosi nel prestito, nel furto, nell’appropriazione, nell’eredità, nell’assimilazione… nel fatto di essere influenzati, ispirati, dipendenti, indebitati, posseduti, citando, riscrivendo, rilavorando, rimaneggiando… una revisione, rivalutazione, variazione, versione, interpretazione, imitazione, approssimazione, implemento, incremento, improvvisazione, prequel... pastiche, parafrasi, parodia, contraffazione, omaggio, mimica, travestimento, shanzhai, eco, allusione, intertestualità e karaoke.
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Il plagio è necessario, il progresso lo implica.
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L'idea limite è che qualsiasi segno, qualunque vocabolo, è suscettibile di venir convertito in qualcos'altro, vuoi nel suo contrario.
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Come Bouvard e Pecuchet eterni copisti al tempo stesso sublimi e comici, il cui comportamento profondamente ridicolo designa per l’appunto la verità della scrittura, lo scrittore può soltanto imitare un gesto sempre anteriore, e mai originale.
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Il mondo è pieno di testi, più o meno interessanti; non voglio aggiungerne altri.
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La questione è: cosa viene visto oggi, ma non sarà mai più visto?
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Il détournement riporta alla sovversione le conclusioni critiche passate che sono state stereotipizzate in verità rispettabili, cioè trasformate in menzogne.
- Nessun poeta, nessun artista di nessun’arte, preso per sé solo, ha un significato compiuto.
Note
L’undici dicembre del 2009, in vista di questo testo, sei dichiarazioni di una sola frase, provenienti dall’”artista-autore”, sono state mischiate in un contenitore con diciotto frasi–citazioni prelevate da varie altre fonti; ciascuna frase è stata stampata su un pezzo di carta singolo. Sono state estratte “alla cieca” diciotto dichiarazioni, e ricucite nell’esatta sequenza dell’estrazione, a formare le Dichiarazioni sull’appropriazione, presentate a Stichting Perdu (Amsterdam). Nella bibliografia che segue se ne potrebbero ritracciare le fonti (…) anche se nessuna dichiarazione viene attribuita al suo effettivo autore.
Roland Barthes, “La morte dell’autore” in Il brusio della lingua. Saggi Critici IV, traduz. di Bruno Bellotto, (Torino: Einaudi, 1988), p. 54.
Walter Benjamin, Aprendo le casse della mia biblioteca. Discorso sul collezionismo (“Unpacking My Library “, 1931), traduz. di E. Dell’Anna Ciancia (Milano: Ed. Henry Beyle, 2012).
Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Arte e società di massa, traduz. di Enrico Filippini (Torino: Einaudi, 1966), p. 23.
Marcel Broodthaers, un’intervista di Freddy de Vree (1971), in Broodthaers (Köln: Kiepenheuer & Witsch, 1994), p. 93.
Ulises Carrión, “the New Art of Making Books” (1975), in Ulises Carrión – “We have won! Haven’t we?”, ed. Guy Schraenen (Amsterdam: Idea Books, 1992), n.p.
Giorgio de Chirico, in Allen Ruppersberg, The New Five-Foot Shelf of Books (Ljubljana: International Centre of Graphic Arts, 2003).
Guy Debord, La società dello spettacolo (Bolsena: Massari, 2004), paragrafo 206, p.152.
Guy-Ernest Debord e Gil J. Wolman, “Mode d’emploi du détournement”, in Les Lèvres Nues #8 (1956). "Istruzioni per l'uso del détournement", in Poltach, Bollettino dell’Internazionale lettrista 1954-57, a cura di M. Lippolis (Torino: Nautilus, 1999), p. 113.
T.S. Eliot, Tradizione e talento individuale (1919), in T.S. Eliot. Opere 1904-1939, a cura di Roberto Sanesi (Milano: Bompiani 1992), p. 394.
Eraclito di Efeso, in Platone, Cratilo, frammento 41 (Roma: Laterza, 1996).
Mark Getty, presidente della Getty Images, dall’intervista “Blood and oil”, The Economist (2 marzo 2000).
Kenneth Goldsmith, “Being Boring”, The Newpaper 2 (2008), p. 2.
Julia Kristeva, “La parola, il dialogo e il romanzo”, in V.V. Ivanov, J.Kristeva et al., Michail Bachtin: Semiotica, teoria della letteratura e marxismo, a cura di Augusto Ponzio (Bari: Dedalo Libri, 1977).
Lautréamont (Isidore Ducasse conte di) Poesie II, in Opere complete, a cura di Ivos Margoni (Torino: Einaudi, 1967), p. 481.
Daniel McClean and Karsten Schubert (a cura di), Dear Images: Art, Copyright, and Culture (London: Ridinghouse, 2002), p. 372.
Allen Ruppersberg, “Fifty helpful hints on the Art of the everyday”, in The Secret of Life and Death (Los Angeles: the Museum of Contemporary Art, 1985), p. 113.
Kurt Schwitters, “i (ein Manifest)”, in Das literarische Werk, ed. Friedhelm Lach, vol. 5 (Cologne: DuMont, 1981), 125.
Leo Steinberg (1978), in Schwartz Hillel, The Culture of the Copy (New York: Zone Books, 1996).
Max Stirner, L’unico e la sua proprietà, traduz. di Leonardo Amoroso (Milano: Adelphi, 1979), p. 25.
Si veda anche: Douglas Huebler, “Variable piece #20”, in Douglas Huebler (Andover, Mass.: Addison Gallery of American Art, 1970).
Versione italiana a cura di Mariella Guzzoni, inclusa la traduzione delle frasi-citazioni provenienti da testi in lingua, e indicati in bibliografia nella versione originale.
Co-Published by Kunstverein Publishing Milano and "greatest hits", Berlin
ISBN: 978-88-908681-8-4