All’origine c’è l’artista berlinese Michalis Pichler, poeta, artista visuale, editore: è lui che nel 2009 - insieme con il KW Institute for Contemporary Art e la casa editrice argobooks - ha dato il via a Berlino a un festival del libro d’artista, che è anche una fiera e un luogo di incontro internazionale sui temi intrecciati del vedere, leggere, pubblicare, distribuire.
Si tratta di Miss Read: The Berlin Art Book Fair, che si svolge quest’anno presso la Haus der Kulturen der Welt (John-Foster-Dulles-Allee, 10) dal 4 maggio fino a oggi 6 maggio 2018.
Dalla prima edizione, quando parteciparono poche decine di editori, a quella in corso animata da più di 260 presenze - fra case editrici, artisti, designer, autrici e autori, riviste - Miss Read ha riverberato negli anni variegate esperienze che indagano le possibilità del libro come opera d’arte, che mette in gioco pratiche editoriali e strategie di circolazione sui generis.
Il programma è denso di incontri, panel, letture (fra i tanti Bruno Latour, Anne Marie Duguet, alcuni redattori e curatori di e-flux, Takashi Homma); la lista degli espositori è lunga e offre un focus sulla scena editoriale giapponese; per l’Italia si incontrano i nomi dell’editore Corraini e dell’artista Daniela Comani, delle cui “novità editoriali” rovesciate di senso e di sesso abbiamo già parlato su Alfabeta2.
Un apice della fiera berlinese è rappresentato dal Conceptual Poetics Day, un evento che si svolge dal 2013 e che in questa edizione ha avuto luogo ieri, sabato 5 maggio, con l’intervento introduttivo di Pichler dal programmatico titolo “against the imaginary border between visual art and literature”.
Libri d’artista, riviste, carte da gioco, gadget concettuali, poster, poesia multimediale, archivi esplorabili si avvicendano negli spazi di questa fiera che coinvolge già dal titolo. Miss Read si presta infatti a diverse interpretazioni, che oscillano fra il suono inglese del verbo “misread” (leggere male) e lo spelling di “miss” (perdere, mancare, e anche signorina).
Nel 2016, il poster della manifestazione, creato dall’artista Cia Rinne, metteva in risalto la prima lettura, mentre l’immagine di quest’anno, opera dello svedese Karl Holmqvist, segmenta la frase in blocchetti di due lettere da spostare e rovesciare su un piano da gioco.
Cercando su google, Miss Read emerge serendipicamente anche come pseudonimo della scrittrice inglese Dora Jessie Saint (1913-2012).
Ed eccoci al gioco di questa settimana, che si ispira in diversi modi alla fiera berlinese: in un quadrato di sedici lettere, disposte in file e righe da quattro, si nascondono delle parole che hanno a che fare con l’evento. L’invito è a cercare la più lunga delle parole presenti nel quadrato, partendo da qualunque lettera e usando - come nel paroliere - lettere adiacenti fra loro in orizzontale, verticale o diagonale.
Le soluzioni vanno inviate all’indirizzo redazionealfabeta2.it o su Twitter e Instagram con gli hashtag #alfagiochi e #missreadberlin.
Antonella Sbrilli, "Alfagiochi / Miss Read," Milan: alfabeta2, 2018